domenica 1 luglio 2012

MERITO, MAFIA & LEGGE SUPERIORE


di Sergio Fenizia
Si riproduce, con lievi differenze, l’articolo pubblicato sul mensile Fogli, n. 382, giugno 2012, pp. 12-13


Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Ci voleva una giovane giornalista freelance, Elena Vincenzi, per risvegliare la coscienza del giudice Doni, alle prese con il caso Ghezal, un «normale» delitto maturato nella Milano di via Padova dei nostri giorni. Nel corso di un itinerario interiore il cui esito sorprenderà il lettore, il protagonista si guarda intorno: «Le luci dei lampioni rendevano il paesaggio una tavola uniforme, uno sfondo di La Tour senza alcuna fiamma: finché Doni non si accorse che la fiamma era lui stesso, era quello che portava con sé. Non c’erano altri fuochi da cercare». Ma perché giocarsi la carriera per un immigrato, per giunta senza prove?